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Benefici normativi e contributivi anche per le imprese che non applicano i CCNL leader

Arriva, finalmente, il chiarimento da parte dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro in merito alle agevolazioni estese anche alle imprese che non applicano Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro cosiddetti leader.

L'I.N.L. infatti manifesta, in una circolare emessa lo scorso 6 Maggio 2019, la possibilità di applicare i benefici alle aziende il cui contratto applicato RISPETTI quello nazionale leader del settore, e non che necessariamente APPLICHI detto contratto.

Infatti, il rispetto del contratto leader consiste, in pratica, alla corresponsione al Lavoratore da parte del datore di lavoro dei trattamenti economici e normativi almeno equivalenti (o addirittura superiori) a quelli previsti nel contratto leader nel settore di riferimento.

Tali benefici normativi e contributivi sono quindi da riconoscere alle imprese che, seppur non applicando i contratti cosiddetti leader, corrispondano ai lavoratori trattamenti economici e normativi almeno equivalenti, sovvertendo il precedente orientamento da parte dello stesso I.N.L. che, con precendete circolare (la nr. 3 del 25/01/2018), aveva invitato i propri Ispettori ad effettuare verifiche sui contratti applicati al fine di un'azione di contrasto al fenomeno del dumping contrattuale. Tale azione però era svolta non facendo però riferimento alla qualità del contratto applicato nel rapporto di lavoro, bensì, meramente, alla "rappresentatività" delle Organizzazioni Sindacali firmatarie dello stesso.

Come Confederazione, insieme ad altre sigle, Ci siamo diverse volte espressi interfacciandoci con la Pubblica Amministrazione su tale, immotivato, orientamento, che di fatto andava a rendere controproducente l'applicazione di ogni altro CCNL al di fuori di quelli sottoscritti principalmente da CGIL, CISL e UIL, precludendo così alle aziende di applicare il contratto ritenuto più idoneo alla propria struttura, riducendo così nei fatti la libertà del datore, senza verificare se, in concreto, il contratto fosse equivalente o migliorativo rispetto quello di settore sottoscritto dalla Triplice. 

Pertanto, come CONF.E.L.P., esprimiamo la Nostra soddisfazione per tale cambio di rotta da parte dell'I.N.L. che, nei fatti, conferma quanto largamente da Noi sostenuto, ossia che i CCNL seppur sottoscritti da soggetti meno rappresentativi rispetto le blasonate sigle confederali, possono essere qualitativamente analoghi o migliori, difendendo concretamente i diritti (e le tasche) dei Lavoratori. Quegli stessi Lavoratori che, in milioni, sono iscritti a differenti organizzazioni rispetto a CGIL, CISL e UIL e che ritengono, ugualmente, valida e concreta l'azione sindacale svolta dal mondo autonomo. 

 

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L'Ufficio Stampa

CONF.E.L.P. Nazionale

 

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